Gli effetti positivi dell’inclusione lavorativa nelle aziende della Distribuzione Moderna

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Per le imprese della Distribuzione Moderna affrontare la sfida dell’inclusione lavorativa significa assumere un importante ruolo sociale a beneficio della collettività. Ma è anche un’opportunità sul piano del business perché comporta un miglioramento tangibile dell’efficacia dell’organizzazione aziendale e un impatto positivo in termini di reputazione, come effetto di un’efficace fidelizzazione dei clienti verso il brand insegna.

Sono queste le principali evidenze che emergono da una ricerca condotta per Federdistribuzione da ALTIS, Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, con l’obiettivo di fotografare “lo stato dell’arte” dell’inclusione nel settore della Distribuzione Moderna, di sondare la percezione degli stakeholder esterni e di valutare iniziative a sostegno dell’inclusione nelle aziende del retail.

La ricerca è stata presentata lo scorso 14 febbraio a Milano, in occasione dell’evento “Inclusione lavorativa: sfide e opportunità nella Distribuzione Moderna Organizzata”, a cui ha preso parte anche il Ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, che ha sottolineato l’impegno dell’intero settore verso questa importante tematica, su cui è necessario continuare a investire e a sviluppare progetti virtuosi.

Condotta tra marzo e novembre 2022, l’indagine di ALTIS ha coinvolto nove direttori del personale di altrettante aziende del settore, 2.010 dipendenti e 1.679 clienti. I dati evidenziano come per oltre il 94% dei clienti l’inclusione coincide con iniziative volte a coinvolgere le persone nel lavoro, indipendentemente dal genere e dall’etnia. Per quasi il 72% dei clienti l’inclusione lavorativa è un tema rilevante, tanto da essere un fattore di lealtà e advocacy: quanto più un brand insegna viene percepito come inclusivo, tanto più il cliente sarà fidelizzato, trasformandosi in un ambassador.

Per quanto riguarda la gestione interna del personale, dalle interviste ai direttori delle Risorse Umane delle aziende del retail emerge una relazione positiva tra la promozione di un clima aziendale inclusivo e lo sviluppo, tra i dipendenti, di comportamenti di cittadinanza organizzativa, che vanno al di là dello svolgimento delle mansioni previste dal contratto di lavoro e che permettono una migliore performance dell’impresa nel suo complesso.

La ricerca rileva che quasi il 63% dei dipendenti si dichiara d’accordo o molto d’accordo nel definire la propria azienda un luogo caratterizzato da un clima inclusivo. Anche rispetto alla leadership inclusiva, i dipendenti del settore si dichiarano per il 75% d’accordo sulla possibilità di proporre nuove idee al proprio responsabile.

Il tema dell’inclusività è da sempre un valore importante per le aziende della Distribuzione Moderna, che da tempo hanno attivato iniziative volte a favorire le pari opportunità. Restano però ancora delle sfide da vincere. Una riguarda il fronte dell’organizzazione aziendale: non basta adottare una serie di iniziative di inclusione ma è necessario anche avviare una struttura organizzativa dedicata alla gestione e al monitoraggio di questi progetti, per renderli sempre più efficaci. L’altra sfida riguarda la comunicazione, sia interna che esterna: serve un ulteriore sforzo per comprendere come valorizzare al meglio le attività già avviate per favorire una maggiore consapevolezza dell’impegno aziendale sul tema, sia verso i propri collaboratori, sia verso la clientela, per la quale il tema dell’inclusione è un fattore determinante per orientare le proprie scelte e consigli d’acquisto.

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