Inflazione e incertezza dei consumatori gravano sulle aziende della distribuzione

Comunicati Stampa

Milano, 29 aprile 2022 – Cresce di un punto percentuale mensile il carrello della spesa, ossia l’indice dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, che si assesta al +6%. L’inflazione generale in aprile arretra leggermente e si attesta al 6,2% rispetto al 6,5% di marzo, per effetto di un leggero rallentamento dei beni energetici (+42,4%).

”In questi mesi le aziende della distribuzione hanno assorbito una parte dei rincari per tutelare le famiglie e i consumi, sostenendo filiere primarie del made in Italy. Questo impegno ha fatto sì che, ad oggi, il dato inflattivo del carrello della spesa registrato nei nostri punti vendita sia più basso di circa 2 punti percentuali rispetto al dato rilevato dall’Istat – spiegaCarlo Alberto Buttarelli, Direttore Ufficio Studi e Relazioni con la Filiera di Federdistribuzione. “Questo sforzo importante da parte delle aziende risponde alla crescente preoccupazione che l’incertezza generata dall’aumento generalizzato dei prezzi, aggravato dalla guerra in Ucraina, rischi di avere seri effetti recessivi sui consumi. Dalla rilevazione che abbiamo chiesto a Ipsos, infatti, il 75% degli italiani si dice preoccupato per la tenuta del proprio bilancio familiare e 9 su 10 metteranno in atto azioni di contenimento delle spese, incluso il taglio dei consumi nel 39% dei casi”.

Questa situazione pesa sui conti economici delle nostre imprese e non potrà essere mantenuta ancora per molto”, continua Buttarelli. “La distribuzione moderna continuerà a fare il possibile per mitigare la spinta inflattiva, ma si trova in uno stato di sofferenza perché anch’essa gravata dai rincari energetici, con costi almeno raddoppiati, e dagli aumenti dei listini, riconosciuti in larga misura alle filiere e trasferiti solo in parte a scaffale. In questo scenario occorre agire con urgenza, sia a sostegno delle imprese sia a tutela del potere d’acquisto delle persone, in particolare per le fasce economiche più deboli, per evitare di accentuare una crisi dei consumi di cui si iniziano a registrare i primi segnali significativi”.

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