Vendite: fine anno sempre più in negativo

Comunicati stampa 2020

Distribuzione non alimentare, Cash&Carry e grandi superfici di vendita pagano il peso delle ulteriori restrizioni in vista delle festività

Milano, 4 dicembre 2020 – I dati diffusi oggi dall’Istat restituiscono una fotografia dell’andamento delle vendite a ottobre che non risente della successiva introduzione dei provvedimenti restrittivi.

«A partire da novembre abbiamo registrato una costante discesa del trend delle vendite, con una situazione particolarmente grave per il non alimentare che ha segnato cali di presenze su tutta la rete distributiva superiori al 30% – afferma il Direttore Relazioni con la Filiera e Ufficio Studi di FederdistribuzioneCarlo Alberto Buttarelli -. Uno scenario destinato ad aggravarsi ulteriormente a causa delle nuove limitazioni introdotte dall’ultimo Dpcm che non prevede la riapertura dei centri commerciali nei week end e nelle giornate festive e prefestive. Un duro colpo che si riverserà anche sul canale Cash&Carry, sia per il protrarsi delle chiusure di bar e ristoranti, sia per la riduzione di categorie merceologiche come la regalistica aziendale, importante fetta di mercato del mese di dicembre, che potrebbe portare a una perdita complessiva del canale di oltre il -70% sull’anno».

Una congiuntura in rallentamento, con prospettive negative, si registra anche nel settore alimentare, in particolare per le grandi superfici di vendita, già in sofferenza da settimane e costrette alle chiusura di interi reparti non alimentari che hanno portato a flessioni del fatturato del -25%. «Prevediamo una contrazione delle vendite per tutte le categorie legate alle festività natalizie che saranno più sobrie viste le restrizioni: per cesti e regalistica si stimano cali del 20% e previsioni negative sono attese anche per tessile, addobbo e giocattoli. La propensione al risparmio unita alle limitazioni dei momenti conviviali a tavola si tradurrà in una forte contrazione anche per tutti i prodotti alimentari legati alle feste, mettendo in difficoltà intere filiere come, ad esempio, gli spumanti e i vini, il pesce, la salumeria d’alta gamma e i dolci tipici del periodo», conclude Buttarelli.

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