Realizzare un profondo processo di semplificazioni

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È necessario rendere più efficiente il rapporto tra Stato, cittadini ed aziende, eliminando i meccanismi burocratici che determinano ostacolo alla creazione di valore.

E’ fondamentale più che mai l’implementazione di un meccanismo di coordinamento che assicuri una proporzione delle misure assunte, con regole chiare e interpretazioni omogenee sull’intero territorio nazionale, liberando le imprese da oneri ed orpelli inutili.

Di seguito alcune proposte prioritarie

1 – Semplificazione e razionalizzazione delle procedure amministrative: occorre agire nella logica della uniformità e standardizzazione delle procedure tra il centro (Stato) e la periferia (enti territoriali) e tra i diversi enti territoriali coinvolti nella gestione delle procedure complesse per le attività di impresa. Azioni mirate di indirizzo sugli sportelli unici per le attività produttive e sulle altre amministrazioni territoriali coinvolte nella gestione delle diverse procedure potrebbero spingere verso questo risultato. Si tratta anche di implementare la piena digitalizzazione delle istanze e delle segnalazioni. In tal senso si potrebbe agire su:

  • Modulistica semplificata e standardizzata: agire affinché i moduli per la presentazione di istanze, segnalazioni e altre dichiarazioni siano standardizzati e semplificati, con individuazione, per tipologia di procedimento, delle informazioni standard utili da richiedere e l’individuazione delle informazioni che, viceversa, le amministrazioni non devono chiedere in quanto non utili o già nella disponibilità delle stesse. Anche la predisposizione di una modulistica standardizzata SUAP, da adottare per i procedimenti/attività rilevanti per le imprese ed un monitoraggio costante sull’effettiva adozione di tale modulistica da parte delle Regioni e dei Comuni, aiuterebbe questo passaggio;
  • Scia e silenzio assenso: il Decreto Scia II (d. lgs. n. 222/2016) e l’art. 34 del d.l. n. 201/2011, conv. in legge n. 214/2011, hanno codificato il principio fondamentale della necessaria progressiva eliminazione di ogni controllo ex ante delle attività (quindi anche delle autorizzazioni espresse), prevedendo maggiori livelli di semplificazione dei regimi amministrativi. Le norme sul procedimento che attualmente distinguono l’ammissibilità, l’istruttoria e la decisione sulla SCIA andrebbero semplificate, introducendo la formazione del silenzio assenso sulla Segnalazione, con possibilità di operare (in caso di necessità di pareri, nulla osta o altre forme di assensi) con le sole forme della Conferenza di servizi semplificata;
  • Semplificazioni nelle procedure per investimenti volti al recupero e riqualificazione delle aree dismesse: sarebbe auspicabile avviare al più presto un percorso a livello nazionale, per spingere i territori a prevedere le più ampie semplificazioni ammnistrative in sede di autorizzazioni, nonché percorsi privilegiati e agevolazioni, allo scopo di promuovere il recupero delle aree dismesse e gli investimenti sull’”esistente”;
  • Autocertificazione: occorre adottare norme di carattere generale intese ad assicurare la più ampia applicazione delle norme in materia di autocertificazione (art. 18 Legge n. 241/1990):
  • eliminando ogni possibilità di richiesta ai privati di atti e documenti già in possesso dell’Amministrazione e che subordini la procedibilità della domanda all’acquisizione di detti atti, nonché
  • indicando espressamente il principio secondo cui non possono essere richiesti ai privati documenti già in possesso della PA, ricollegando direttamente la formazione del silenzio assenso sulla domanda ove l’Amministrazione, in violazione dei precedenti divieti, interrompa il procedimento per la richiesta di detta documentazione.
  • Semplificazione dei controlli per le imprese: capita spesso che gli enti controllori non siano tra loro coordinati, pertanto, una stessa impresa può subire più verifiche della stessa natura da parte di diverse Autorità che si sovrappongono, dettando anche prescrizioni finali differenti. Questa situazione è fonte di costi impropri per le aziende, e deve essere corretta con un piano di maggior coordinamento.

Si propone, dunque, di estendere quanto già previsto per le imprese agricole, con l’articolo 1 del Decreto competitività (d.l. 91/2014, convertito in legge 116/2014), ossia un sistema di gestione dei controlli basato sul rispetto delle Linee Guida della Conferenza Unificata Stato/Regioni del febbraio 2013, che possa concretamente contribuire alla razionalizzazione e semplificazioni delle attività di verifica, permettendo alle imprese di liberare risorse da utilizzare per il rilancio e la competitività dell’attività propria dell’impresa medesima.

  • Disciplina degli ammortizzatori sociali in deroga: opportuno sia il prolungamento senza soluzione di continuità della durata dell’attuale cassa integrazione guadagni in deroga che un rapido cambio di passo nella sua gestione operativa. Il “Decreto rilancio” (d.l. n. 34/2020) non prevede forme di semplificazione dell’iter autorizzativo della cassa, ma conferma, per le imprese multilocalizzate, il farraginoso meccanismo della doppia autorizzazione ministeriale e dell’Inps che dovrebbe invece essere eliminato. In subordine, si propone una semplificazione dello strumento della CIGS, che già prevede una causale idonea a coprire l’attuale situazione di emergenza sanitaria (crisi per evento improvviso ed imprevisto, esterno alla gestione aziendale).
  • Appalti: occorre semplificare gli adempimenti previsti dal D.L. 124/2019 c.d. “Collegato Fiscale” che introduce, in capo al committente, stringenti oneri di controllo degli adempimenti delle imprese affidatarie. Il committente viene coinvolto in una serie di verifiche che comportano gravosi oneri burocratici che inevitabilmente finiranno per “scaricarsi” sul costo dell’opera o del servizio.

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